Noi e la disruption quotidiana

A cura di Giuseppe Riccardi, editore di Fondi&Sicav

Disruption, cambiamento, rottura, innovazione sono solo alcuni dei tanti modi in cui possiamo chiamare il futuro che ci aspetta, un futuro già molto vicino, così vicino che è già presente.

Di fronte a quanto sta accadendo, in qualsiasi modo si decida di chiamarlo, dobbiamo essere consapevoli di un aspetto fondamentale. Interesserà ognuno di noi non solo a livello globale, ma anche nelle piccole cose di tutti i giorni.
Per ciò che riguarda gli impatti nella vita quotidiana sarà il modo in cui reagiremo a fare la differenza.

Mi spiego meglio. Anche se non scorrazzeremo tutti in monopattino elettrico in tempi brevi, vivere il cambiamento avrà tante sfumature diverse. Alcune già assimilate, come per esempio girare Milano con una Smart a tempo (in sharing per usare il termine alla moda), altre invece che ci sembrano fantascientifiche, irrealizzabili come per esempio l’idea di taxy volanti (tra l’altro già pronti per l’edizione dell’Expo che avrebbe dovuto svolgersi quest’anno a Dubai). Ma per quelle apparentemente lontanissime, non ci dicevamo la stessa cosa quando presentarono i prototipi degli smartphone? Oggi ognuno di noi lo ha in tasca o nella borsa. E non è trascorso tanto tempo dall’idea alla realizzazione e diffusione: tra
i tanti cambiamenti dobbiamo annoverare anche la velocità con cui si realizzano i nuovi scenari.

Abbiamo quindi un compito: cercare di comprendere
i grandi stravolgimenti del mondo, che troppe volte diamo per scontati e che invece hanno innumerevoli implicazioni in tanti campi, per poi fare qualcosa per affrontare in modo più sereno il domani che ci aspetta.

Riuscire a capire per tempo questi mutamenti ci fornisce un grande vantaggio: ci permette di affrontarli preparati e quindi sfruttarli a nostro favore invece che subirli passivamente nel momento in cui si verificano.

Sembra una cosa scontata compiere questa scelta, ma nella realtà non è così semplice. Il cambiamento affascina, ma fa anche paura. Il cambiamento è di moda, ma ha un costo nei nostri comportamenti.

Un costo che non tutti sono disposti a pagare. Ma se invece che un costo lo vedessimo come un investimento? Basta cambiarne il nome e già cambia la percezione. Un investimento non ha una valenza negativa, un investimento ci apre a nuove prospettive, al futuro. Un investimento lo facciamo per noi, ma anche per le generazioni future, un investimento spesso può riservarci grandi soddisfazioni.

A proposito di generazioni. Troppo spesso, anche se con tante eccezioni, quelli meno giovani tra noi sono i più spaventati e passivi di fronte a questo mondo che corre. Passivi perché magari si pensa di non riuscire a stare al passo, oppure perché si crede che i benefici che arriveranno da questi cambiamenti siano troppo lontani. Niente di più sbagliato: lo abbiamo già detto che il futuro è già presente, che tutto è più veloce e quindi nessuno è tagliato fuori a priori. Pensiamo per esempio a tutte le implicazioni che la disruption avrà in campo medico. Viviamo in questi giorni l’esempio dei vaccini. Normalmente la ricerca avrebbe impiegato il triplo del tempo a rendere disponibile l’antidoto alla pandemia. L’utilizzo di modelli di calcolo più performanti, la condivisione dei dati in tempo reale,
i progressi in campo scientifico e la maggior disponibilità
di denaro per la ricerca hanno ridotto in modo significativo
i tempi di attesa.

Il denaro è un altro tema fondamentale emerso più volte nei vari articoli di questo magazine. Le aziende che riescono a leggere il cambiamento, alla prova dei numeri di bilancio si rivelano più interessanti e quindi più appetibili per gli investitori. A parità di bilanci sani e positivi entra in gioco anche una seconda variabile più volte citata, la sostenibilità. Siamo tutti più attenti a questo tema. Per i più giovani è quasi scontato, quasi un nuovo stile di vita, per gli altri una spinta fondamentale arriva dal volere lasciare alle generazioni future un mondo diverso, migliore, un mondo che possa avere un domani. Se questa attenzione ai temi Esg riusciremo a portarla nella nostra vita quotidiana, vorrà dire portarla anche nei nostri investimenti. La conseguenza sarà ulteriore denaro che arriverà alle aziende virtuose che potranno in tal modo perseguire in tempi sempre più rapidi
i propri obiettivi, con ricadute nelle nostre vite.

Che dire, non sarebbe un perfetto e semplice esempio di economia circolare?

Ecco perché non è un costo, ma un investimento. Ed ecco perché anche il nostro modo di investire è così importante.

Giuseppe Riccardi

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Founder e Editore Fondi&Sicav

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