Quattro megatrend per tutti i temi

I fondi tematici non nascono per caso e neppure per l’intuizione di qualche asset manager di talento. Alla base di ogni tematico c’è almeno un megatrend, in  pratica un cambiamento di grande rilevanza e di grande impatto, che si evolverà negli anni. Il singolo prodotto finanziario non fa altro che individuare una parte più o meno importante all’interno di una tendenza di fondo a livello globale e svilupparla. In concreto, attualmente i megatrend più importanti, che hanno dato vita a migliaia di fondi tematici, sono quattro: 

l’andamento demografico; 

la tecnologia; 

l’urbanizzazione; 

la sostenibilità.  

È un po’ come se si trattasse di un albero, in cui il trend secolare rappresenta il tronco che sostiene tutto e i fondi tematici sono i rami più o meno grossi, dai quali partono altri rami minori. Di conseguenza, ogni volta che si acquista uno strumento che punta su un singolo tema, si entra in qualcosa di molto più grande e importante. Si può dire che acquistare un prodotto finanziario tematico significa trovarsi, magari con una piccola somma investita, inseriti nell’alveo della storia. 

Ma vediamo i maggiori trend individuati e a che cosa danno luogo.

Tecnologia

È un trend enorme, che ha dato vita a migliaia di iniziative nel mondo e che ha sostenuto fino a pochi mesi fa i mercati: basti pensare che soltanto le prime cinque società tecnologiche statunitensi (Amazon, Apple, Alphabet Microsoft e Meta) hanno un fatturato di 1.400 miliardi di dollari. Il bull market degli ultimi anni è stato portato avanti soprattutto dai titoli tecnologici, soprattutto a Wall Street, ma anche in Cina e, in misura non irrilevante, in Europa. Intelligenza artificiale, cibersecurity, cloud, social, ecommerce, microchip, fintech, robotica, gaming, telecom e il recentissimo metaverso sono solo alcuni tra le decine di comparti della tecnologia sui quali un investitore può puntare i suoi capitali. 

Di fatto, oggi la digitalizzazione sta pervadendo le vite private, le strutture aziendali e il sociale. Per di più il Covid ha incrementato in misura esponenziale la crescita dell’It, che è entrato anche in settori nei quali la sua presenza era minima. Il telelavoro, per esempio, che richiede l’uso di macchine e software non banali, ha dato un enorme impulso in questo ambito, così come è successo con il commercio a distanza, che, proprio nel periodo in cui le persone avevano difficoltà a uscire di casa, ha trovato le basi per un’enorme sviluppo. Ma anche il mondo della scuola, della pubblica amministrazione, della sanità hanno visto un incremento tecnologico fortissimo.

Andamento demografico

Negli ultimi 50 anni la demografia ha evidenziato cambiamenti mai visti finora. In estrema sintesi abbiamo oggi le aree più ricche, concentrate nel nord del mondo, caratterizzate da popolazioni sempre più vecchie, e i paesi emergenti che hanno una grande quantità di giovani, che sono sempre più disponibili a consumare. Comunque, la decadenza demografica è un fatto acquisito e, nel giro di pochi anni, coinvolgerà anche le aree più prolifiche. Secondo Gianpiero Dalla Zuanna, del dipartimento di Scienze statistiche dell’università di Padova, si è di fronte a una vera e propria rivoluzione demografica. In Italia, uno dei paesi al mondo con il più basso livello di natalità, la media di figli per donna dalla fine degli anni ’70 non ha mai superato quota 1,5 e oggi siamo intorno a 1,3. Va considerato che il livello di equilibrio, cioè perché non si verifichi una diminuzione della popolazione, è di 2,1 figli.  Sempre Dalla Zuanna afferma che su questa base, la popolazione italiana nel 2100 potrebbe essere di 30,1 milioni, circa la metà rispetto al picco raggiunto nel 2014 di 61 milioni. Non molto meglio andrà a livello mondiale: tra circa 40 anni, in ben 183 paesi su 195 le nascite non saranno sufficienti per garantire il ricambio della popolazione.

Questo colossale cambiamento, se da una parte comporta una serie di enormi problemi, dall’altra dà anche non poche opportunità di investimento che i fondi tematici stanno cogliendo. Trovandoci di fronte a una popolazione sempre più vecchia, tutto ciò che riguarda la salute, la telemedicina, i medicinali, i servizi per gli anziani in senso lato, le assicurazioni troveranno un campo sempre più fertile. Ma non mancano anche temi che puntano sui consumi dei millennial.

Urbanizzazione

L’abbandono delle campagne, per dare vita a città sempre più grandi, è un fenomeno presente da più di un secolo, ma che negli ultimi 30 anni ha visto una grande accelerazione, soprattutto nei paesi emergenti. Inoltre, è nelle grandi metropoli che il reddito è più concentrato: nel 2018, secondo Mc Kinsey, le prime 50 città del mondo avevano circa l’8% della popolazione globale, ma producevano il 21% del Pil. La Banca Mondiale aggiunge che l’80% del Pil della Terra è da ascrivere ai territori urbani. Ci sono stime che prevedono che nel 2050 il 70% delle persone del pianeta vivrà in centri urbani, necessariamente sempre più estesi, sempre più articolati.

Ma, per vivere in condizioni decorose in queste città sarà necessario cambiarne profondamente la struttura e fare investimenti di trilioni di euro e di dollari. Il tema smart city, che si innesta sul tronco dell’urbanizzazione, si suddivide in decine di sottotemi, quali infrastrutture, reti di comunicazione sempre più sofisticate, alloggi, servizi sociali, trasporti e molto altro ancora. Rendere luoghi piacevoli dove vivere le città, che diventano sempre più gigantesche, rappresenta una sfida non da poco, che richiederà anche un’enorme capacità progettuale e una visione sociale forte, soprattutto se si considera l’impegno per rendere il pianeta sempre più sostenibile.

Sostenibilità

È il quarto e forse più importante megatrend sul quale investire. È anche il più conosciuto, che ha avuto una grande attenzione, sia da parte dei media, sia da parte dei governi e degli studiosi. Gli Sdg delle Nazioni Unite, i 17 principi approvati da tutti i 193  paesi che fanno parte dell’Onu, rappresentano la base concreta sulla quale governi, investitori e imprenditori si impegnano a realizzare entro il 2030 obiettivi di sviluppo sostenibile fondamentali, come l’energia pulita, sconfiggere la povertà, la lotta contro il cambiamento climatico, ottenere acqua pulita, un’istruzione di qualità e diversi altri. Ovviamente è difficile che nei prossimi otto anni si riesca a raggiungere in maniera definitiva questi goal, come sono stati definiti, ma avviare un serio lavoro per cambiare la tendenza è più che possibile, anche se non mancano le forze che si impegnano contro, come si è visto molto bene negli ultimi mesi.

Sul piano degli investimenti non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’Esg, acronimo di  environmental, social e governance, è sempre più familiare al mondo degli investitori e ormai anche i fondi generici esibiscono il loro impegno Esg. Ma, al di là di ciò, ci sono decine di fondi tematici che puntano su comparti legati alla sostenibilità e al sociale, come la purificazione dell’acqua, le energie rinnovabili, l’inclusione delle fasce più disagiate della popolazione, i veicoli elettrici, il cibo e tantissimi altri.

Conclusione

Avevamo immaginato all’inizio che i megatrend fossero quattro tronchi d’albero da cui partono tanti rami, che sono i temi. In realtà, bisogna pensare che queste quattro piante siano vicinissime tra loro e che rami e foglie si mescolino profondamente. La sostenibilità, per esempio, ha sempre bisogno di tecnologia all’avanguardia (oggi, per portare solo un esempio, l’hi tech in agricoltura è sempre più frequente), come l’urbanizzazione ha necessità, oltre che di tecnologia, anche di un rigoroso rispetto dello sviluppo sostenibile e di progettare spazi per le fasce più anziane. In pratica ogni singolo fondo tematico ha quasi sempre non una sola base, ma una gamma di basi, anche perché la realtà non è mai schematica, ma sempre complessa.

Alessandro Secciani

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