«Unici e uniti»

Matteo Benetti, Direttore Generale di Credem Euromobiliare Private Banking e Stefano Pilastri, Vicedirettore Generale di Credem.

Maggio 2022: una data importante per il vostro Gruppo.

Matteo Benetti: «Lo scorso maggio, durante la convention “Insieme uniti”, abbiamo presentato al Gruppo il nostro nuovo progetto: si tratta dell’evoluzione di quanto deciso due anni fa con la creazione di un unico polo per il coordinamento di Credem Private Banking e Banca Euromobiliare. Il passo che abbiamo deciso di compiere è di procedere con un’unificazione societaria: il Gruppo Credem avrà un’unica banca private. Si tratta della realizzazione di un sogno, di un progetto al quale abbiamo lavorato tanti anni, forse più con la finalità di dare risposte ai problemi. È stato ponderato, discusso, condiviso più volte, con un forte coinvolgimento della banca e della proprietà. Oggi lo abbiamo pensato per cogliere un’opportunità. Abbiamo analizzato diversi scenari e vagliato gli aspetti negativi e positivi di un’operazione che avrebbe creato nuovi equilibri all’interno della nostra realtà, in un contesto generale non privo di criticità: due anni di pandemia e un conflitto ai confini dell’Europa, con ricadute significative per il continente. Ma le crisi hanno sempre una fine ed è con quest’ottica che dobbiamo guardare al futuro. Abbiamo fatto una scelta forte di specializzazione che, proprio in momenti complessi come quelli attuali, assume ancora maggiore vigore. Vogliamo essere vicini ai nostri clienti guardando al loro patrimonio nella sua interezza e nel rispetto della storia familiare. Avremmo potuto posticipare la nostra decisione, in attesa di tempi migliori, ma siamo un Gruppo che è abituato a fare scelte importanti e che ha così deciso di fare nascere, previa autorizzazione delle autorità competenti, questa nuova realtà».

Qual è la ratio dell’operazione?

Stefano Pilastri: «Innanzitutto, come si diceva in precedenza, si tratta di un’iniziativa in continuità rispetto a quanto già fatto nel 2020 e rafforza una nostra forte convinzione: crediamo che avere un’unica struttura specializzata serva a esprimere meglio il valore intrinseco e potenziale che abbiamo da offrire ai nostri clienti. Inoltre, e non è certo un aspetto trascurabile, la creazione di un’entità legale comporta l’adozione di una governance e la strutturazione dei processi a essa connessi, che permettono di rafforzarne la specializzazione e la visibilità. Puntiamo a un modello integrato, verticale e che operi in modo sinergico e simbiotico con il Gruppo».

Come si colloca Credem-Euromobiliare Private Banking  nel contesto di mercato?

Stefano Pilastri: «È una delle prime cinque private bank italiane e appartiene, nel nostro paese, al primo gruppo bancario privato per quota di mercato, il più solido in Italia e in Europa. Ne consegue che anche Credem-Euromobiliare Private Banking, controllata al 100% dal Gruppo, potrà vantare una forte solidità patrimoniale. Abbiamo 40 miliardi circa di asset in gestione, che riteniamo sia una giusta dimensione per posizionarci in questo ramo di attività: né troppo grandi, né troppo piccoli. Con noi lavorano 700 banker e consulenti e 300 dipendenti di sede; ci sono anche quasi 60 centri private su tutto il territorio nazionale. La nostra forza è di essere un grande protagonista del mercato che offre, però, un servizio personalizzato ai propri clienti e presta loro la cura e l’attenzione di una boutique di settore. Amiamo dire che nasciamo speciali e specializzati. Siamo speciali perché adottiamo un approccio imprenditoriale, che fa parte del Dna del Gruppo cui apparteniamo, mentre ci riteniamo specializzati perché vantiamo 50 anni di esperienza e posso dire che, nella nostra attività, abbiamo tanti fuoriclasse in campo. Euromobiliare è nata nel 1973 e, da allora, si occupa esclusivamente di private banking e corporate finance advisory, un track record che non molti possono vantare».

Quali sono le ricadute di questa operazione per la vostra clientela?

Matteo Benetti: «Viste le nostre dimensioni e la nostra storia, non siamo una preda, bensì puntiamo a diventare un polo aggregante. Ciò garantisce ai clienti, presenti e futuri, una stabilità nella relazione che decidono di instaurare con noi. Il fatto di appartenere a un’entità solida, come sottolineato in precedenza, offre garanzie e sicurezza a coloro che decidono di affidarci la gestione del proprio patrimonio. Questo aspetto è di grande importanza, soprattutto quando si attraversano periodi di turbolenza sui mercati e di elevata volatilità come l’attuale. Se dovessi tradurre il concetto in un’immagine, direi che è meglio attraversare una burrasca su una portaerei, piuttosto che su una zattera. La nostra competenza e la specializzazione ci permettono di offrire servizi e prodotti dedicati, costruiti su misura per chi ha esigenze sofisticate. Basterebbe recarsi in uno dei nostri centri private per capire il livello di eccellenza che offriamo alla clientela in tutto ciò che mettiamo loro a disposizione in ogni fase della vita della relazione, con l’ambizione di posizionarci tra i leader del settore. Ecco, se mi è concesso usare un’immagine metaforica, rappresenterei la nostra realtà come un edificio. Quando un cliente entra al suo interno, trova che a ogni piano ci sono cose interessanti e in ogni stanza del piano succedono cose stimolanti». 

E in termini operativi?

Matteo Benetti: «Ci saranno alcuni impatti operativi e diversi obblighi informativi verso la clientela, ma si tratta di una prassi che accompagna operazioni di questo tipo. Ciò detto, stiamo lavorando alacremente per agevolare il periodo di transizione per i nostri clienti. Ma non si tratta solo di rendere il processo il più fluido possibile da un punto di vista organizzativo. Noi vorremmo che questo passaggio venisse vissuto dai clienti, non come un semplice cambiamento societario e una mera questione burocratica, bensì come un innalzamento del servizio che offriamo loro. Proprio per questa ragione, i nostri private banker e consulenti finanziari saranno in prima linea per fare sì che questo messaggio passi non solo ai clienti in essere, ma anche a quelli potenziali. L’obiettivo è elevare ulteriormente il nostro livello di specializzazione, perché farlo significa avere strutture dedicate per seguire le esigenze delle reti e degli investitori, un modello di servizio che acceleri verso una consulenza sempre più patrimoniale, processi e prodotti che rispondano alle esigenze di questo segmento di clientela. Inoltre, stiamo rafforzando la nostra attività di consulenza, anche utilizzando nuove piattaforme di robo advisor e impegnandoci a rendere possibile un’attività completamente digitale in ogni fase del processo commerciale: dal censimento del cliente all’assistenza post-vendita di un prodotto finanziario».

Un progetto ambizioso.

Stefano Pilastri: «Sì, ma la nostra forza di Gruppo è che, per così dire, abbiamo “tutto in casa”. C’è la banca commerciale, interlocutore privilegiato per accogliere e gestire le esigenze della clientela, ci sono le società prodotto, che operano sul lato, sia degli investimenti, sia degli impieghi, e, poi, la divisione corporate e quella dello small business. Come si può evincere, abbiamo creato un ecosistema in grado di rispondere alle necessità del cliente in modo puntuale e tempestivo. Inoltre, e non è certo un aspetto di poco conto, nella realizzazione di questo progetto ambizioso, gioca a nostro favore la reputazione del Gruppo, costruita e mantenuta negli anni, che molti competitor ci possono invidiare e che i nostri clienti ci riconoscono. L’obiettivo è, ovviamente, rafforzare la presenza sul mercato, ma non è il nostro punto di partenza, bensì quello di arrivo».

Come sarà accolto questo passaggio dai vostri private banker e consulenti?

Matteo Benetti: «Credo che per loro sia un’occasione di ulteriore crescita professionale, perché significa avere molti stimoli per compiere un altro salto di qualità in ciò che offrono alla clientela. È un passaggio necessario, perché le sfide aumentano ed è fondamentale essere pronti, sotto ogni punto di vista, sia organizzativo, sia culturale. L’attuale contesto economico, la volatilità dei mercati, la necessità di rispondere alle esigenze delle imprese italiane impegnate a dare continuità al loro business richiedono un adeguamento della struttura societaria che possa affrontare al meglio la situazione e offrire soluzioni appropriate. Il nostro obiettivo è fare vivere alle persone della nuova legal entity un’esperienza private: sia attraverso i canali fisici, sia tramite quelli digitali. Abbiamo già al nostro interno un ufficio di 12 persone che offre supporto ai colleghi che devono interfacciarsi direttamente con la clientela e rispondere alle esigenze di quest’ultima in modo fluido ed efficace. Inoltre, sono state introdotte figure di “top line specialist”, advisor che dialogano direttamente con la Sim del Gruppo; sono presenti sul territorio, vicini, sia ai colleghi, sia agli investitori. Con un’operazione in controtendenza rispetto a quanto avviene sul mercato, abbiamo assunto figure professionali che assistono i nostri private banker e i consulenti finanziari, creando nuovi ruoli, come quello del district leader. Quest’ultimi sono figure professionali che, sui territori di competenza, coordinano i responsabili operativi e fanno in modo che funzionino i meccanismi di dialogo tra le varie anime del Gruppo. Consci dello sforzo che i private banker e i consulenti dovranno fare, ci impegneremo a sostenerli attraverso processi di formazione personalizzati, grazie all’utilizzo di piattaforme evolute che permettono di monitorare e ottimizzare i portafogli. La nostra vera ambizione è che le nostre risorse attive nel private banking e i clienti siano orgogliosi di fare parte di Credem-Euromobiliare Private Banking».

La nascita della nuova entità è accompagnata anche da un nuovo marchio. Perché?

Matteo Benetti: «Abbiamo scelto un brand che racconti ciò che siamo e che vogliamo diventare: una grande banca specializzata in un grande gruppo bancario. In esso si ritrovano quelli che noi consideriamo i nostri punti di forza, le caratteristiche salienti delle due realtà che si uniscono: solidità, affidabilità e  reputazione del Gruppo Credem, insieme alla focalizzazione e alle competenze nel wealth management di Banca Euromobiliare. Non mi stancherò mai di ripeterlo: l’unicità di questo modello ci permetterà, da un lato di creare sinergie con le varie entità del Gruppo, dall’altro di sviluppare competenze verticali per rispondere ai bisogni del cliente. È l’unione di queste due aspetti che contraddistinguerà l’originalità della nostra operazione».

Quindi unici e uniti?

Matteo Benetti: «Sempre più che mai uniti nel nostro essere unici».

 

Pinuccia Parini

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Responsabile Clienti Istituzionali Fondi&Sicav

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