Aiutiamo a diventare competitivi

Anthilia Sgr è una realtà imprenditoriale indipendente specializzata in servizi di investimento rivolti alla clientela privata e istituzionale ed è focalizzata nel segmento ritorno assoluto ed economia reale italiana. Be Private ha incontrato Daniele Colantonio, partner e responsabile sviluppo della società.

Come valuta lo scenario attuale per l’investimento nell’economia reale?

«Ci troviamo di fronte a uno scenario non convenzionale, un unicum nella storia, in cui, a livello mondiale, si registra un’inflazione estremamente bassa e un’elevata capacità produttiva non soddisfatta da una domanda di beni e servizi altrettanto forte. Le politiche monetarie dell’ultimo decennio hanno continuato a espandersi onde stimolare la domanda aggregata e l’occupazione, pur mantenendo un obiettivo d’inflazione intorno al 2%. In questo scenario ha fatto irruzione la pandemia, che ha scosso il sistema produttivo e fatto emergere con maggiore urgenza la necessità di stimolare la domanda, in un contesto di debito pubblico elevato e tassi di interesse che non sono mai stati così bassi, con effetto su molte variabili finanziarie, soprattutto obbligazionarie. Tutto ciò ha dato una spinta agli investitori a guardare oltre le asset class tradizionali». 

Quindi quale tipo di approccio ritiene sia più opportuno?

«Occorre un approccio diverso per attrarre e veicolare le risorse degli investitori privati verso il cuore pulsante dell’economia, cioè le piccole e medie imprese (Pmi), che contribuiscono, soprattutto in Italia, alla maggior parte del Pil. Il prodotto che facilita e meglio di altri supporta il trasferimento del risparmio privato verso l’economia reale è il Pir alternativo, strumento di investimento con presidi di rischio definiti da uno standard europeo, in grado di offrire periodici flussi di cassa e di dare accesso a investimenti di natura non solo finanziaria, ma anche e soprattutto industriale».

Un prodotto nuovo in un contesto unico?

«Pensiamo che il Pir alternativo sia una grande innovazione di prodotto; Anthilia Sgr ne è da sempre stata convinta. Quando si investe in un’azienda e non in un’azione, bisogna comprendere le necessità che gli imprenditori fronteggiano per “mettere a terra” i propri progetti. Nel mondo dei Pir alternativi e, in generale, degli investimenti verso l’economia reale, è indispensabile focalizzare l’attenzione su orizzonti di medio e lungo periodo. In un contesto come quello attuale, di tassi di interesse molto bassi, il Pir risponde al meglio al legittimo bisogno degli investitori di conseguire un rendimento potenzialmente superiore e più stabile rispetto a quello offerto dal mercato tradizionale, con la consapevolezza di investire in uno strumento che assomiglia, per le sue caratteristiche, più a un prodotto di natura previdenziale o a una polizza assicurativa che non a un fondo aperto di tipo tradizionale. Il trattamento fiscale previsto è di grande favore: esenzioni, sia sulla donazione, sia sulla successione, nessuna tassazione sulle plusvalenze e protezione in caso di perdite. Mai visto un regime così favorevole per un prodotto finanziario».

Il Pir alternativo come canale diretto per finanziare l’economia reale?

«L’Italia deve ritornare a crescere e per farlo ha bisogno di riguadagnare competitività e capacità produttiva attraverso finanziamenti che arrivino direttamente al tessuto economico. Per fare sì che ciò avvenga, si deve puntare sull’asset principale del Paese: gli imprenditori. Questi ultimi generano prodotti, servizi, occupazione e quindi reddito disponibile per sostenere consumi e nuovi investimenti. I Pir alternativi rappresentano un canale diretto per finanziare le esigenze delle imprese, disintermediando in qualche misura lo stato, che è intervenuto con decisione attraverso l’emissione di titoli governativi, ma secondo una logica più universalistica e meno selettiva; non è riuscito sempre a raggiungere efficacemente, se non in misura “derivata”, il cuore pulsante delle imprese».

Oltre allo stato si disintermediano anche le banche?

«L’asset management e gli investimenti in economia reale non minacciano le banche, ma rappresentano un completamento del servizio. Gli istituti di credito sono e rimarranno un player essenziale del sistema, perché rappresentano il canale di trasmissione della politica monetaria e il primo finanziatore dell’economia. Tuttavia, nuova normativa collegata agli impieghi bancari richiede selettività e spesso interventi “complessi” su imprese con scala dimensionale non sempre “congrua” per la complessità degli attivi bancari, soprattutto nel segmento Pmi. Da qui l’opportunità per gli istituti di credito di collaborare con le Sgr per fornire insieme un servizio flessibile e altamente specializzato. Per questi motivi, in Anthilia, preferiamo parlare di finanza complementare al sistema bancario: quest’ultimo rimane un centro di competenza, di informazione e di supporto determinante per il sistema».

Come investe Anthilia nell’economia reale?

«Sul fronte azionario, Anthilia investe prevalentemente in small cap, cioè capitalizzazioni sotto 500 milioni di euro. Siamo convinti che una borsa attiva nel segmento Pmi sia salutare non solo per le aziende in sé, ma soprattutto per il Paese. Ricopriamo poi un ruolo di market leader nel credito legato ad aziende non quotate: il “private debt”. In quest’ultimo segmento approcciamo società non conosciute dal mercato, studiamo il modello di business, incontriamo il management e stimoliamo l’azienda a fare il salto di crescita favorendo il confronto con i concorrenti nazionali e internazionali. Finanziamo in prevalenza nuovi investimenti (capex), un tipo di credito che spesso per motivi tecnici il sistema bancario non può più supportare per le imprese di dimensioni ridotte. Stimoliamo, in particolare, gli imprenditori a valutare progetti di acquisizione di un concorrente, l’aumento della capacità produttiva o l’investimento in ricerca e innovazione. Le forme tecniche più utilizzate sono le obbligazioni, che strutturiamo con un’operazione di natura sartoriale, necessaria quando si opera su un mercato illiquido, o ancora un semplice finanziamento (“loan”).  Certo, non tutte le aziende italiane sono consapevoli  o pronte a fare un balzo in avanti: il quadro produttivo nazionale è fatto da tante tipologie di realtà con anime diverse non sempre pronte a una fase di discontinuità. In Anthilia ci concentriamo sui “runners”. A oggi abbiamo strutturato crediti per 500 milioni di euro, oltre 50 operazioni in partnership con banche o società di private equity, sempre sulla base di un rapporto privilegiato con l’imprenditore e legate a un business plan. Utilizzando un parallelismo si potrebbe dire che finanziamo “borse di studio” che creeranno lo sviluppo di domani: sono i soldi spesi meglio per diventare competitivi sul mercato».

Pinuccia Parini

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Responsabile Clienti Istituzionali Fondi&Sicav

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