Auto d’epoca, non solo un bene d’élite
Iron Fox Garage è un’officina specializzata nel restauro e la manutenzione di auto d’epoca, con l’obiettivo di preservare e valorizzare il patrimonio automobilistico. Attraverso un approccio artigianale e altamente specializzato, offre servizi su misura per collezionisti, appassionati e brand, garantendo interventi di restauro che rispettano l’autenticità e la storia di ogni vettura. Dalla ricostruzione di parti rare alla consulenza per acquisti e vendite, Iron Fox Garage si distingue per la sua competenza e passione, accompagnando i clienti nella cura e nella valorizzazione delle loro auto classiche.
Marco Genovesi, ceo della società, racconta questa esperienza e consente di scoprire qual è lo spirito che guida ogni progetto dell’officina e, soprattutto, la grande passione che è alla base dell’intero business.
Che cosa significa elaborare strategie su misura per valorizzare un’auto d’epoca?
«Dietro ogni automobile c’è un’anima, il genio e l’ingegno di chi l’ha realizzata, il tutto unito da una grande passione Il servizio che noi offriamo è fare in modo che questo tipo di conoscenza non solo non vada perso, ma venga custodito nel tempo nelle auto d’epoca che noi trattiamo. L’ obiettivo è preservare la storia e la sapienza, perché l’automobile è una scultura, un’opera d’arte in movimento che deve essere curata con amore. Crediamo che solo questo tipo di filosofia aiuti a valorizzare il patrimonio automobilistico, che altrimenti perderebbe la sua essenza e la sua unicità. Dietro ogni veicolo c’è la storia di chi lo ha realizzato, che in molti casi è diventato leggenda, così come è testimoniato da alcuni marchi che sono vere e proprie icone».
Quando è nata Iron Fox?
«Siamo nati cinque anni fa, rilevando una carrozzeria che faceva i tradizionali lavori di riparazione e della quale è stata cambiata letteralmente l’anima. Con mio padre ho deciso di dare corpo a un mio sogno alimentato negli anni: occuparmi di auto d’epoca. Non avevo un passato in questo segmento e la mia conoscenza è avvenuta attraverso la lettura, lo studio e la ricerca di mercato per capire come sarebbe stato possibile ricavare un ruolo con caratteristiche distintive. Insomma, è stata la passione a portarmi a fondare Ironfox, insieme alla voglia di mettermi in gioco e di offrire qualcosa di unico. Abbiamo iniziato a proporci sul mercato con il restauro di alcuni modelli; l’apprezzamento del lavoro svolto ci ha permesso di crescere velocemente in modo significativo, tanto che la carrozzeria in cui operiamo è tre volte più ampia di quella in cui ci siamo inizialmente insediati».
Le persone che lavorano con voi avevano già maturato un’esperienza nell’ambito delle auto da collezione?
«Siamo partiti con due dipendenti, ossia il personale dell’officina che abbiamo acquistato, e poi abbiamo reclutato alcuni artigiani che lavoravano già nel settore. Ora siamo alla ricerca di persone giovani e motivate da formare per tramandare le competenze».
Qual è la vostra attività nel concreto?
«Ci occupiamo di tutto il ciclo: dalla ricerca di un modello al suo acquisto e restauro e al mantenimento, sino a organizzare la partecipazione a eventi dedicati. Trattiamo oggetti molto esclusivi, particolari, con una parte residuale dell’attività che comprende anche le supercar moderne. Siamo diventati un punto di riferimento per i nostri clienti che collezionano auto. Le richieste che riceviamo sono differenti: c’è chi vuole trovare un determinato modello d’auto o chi desidera che si prenda visione di un veicolo e lo si controlli. Non è un lavoro semplice, perché richiede una ricerca approfondita, una conoscenza adeguata di ciò che è reperibile sul mercato e un’analisi della struttura e dello stato del motore del veicolo: l’utilizzo di pezzi di ricambio che non siano originali incide sul valore dello stesso. Ci occupiamo anche di restauro per riportare un’auto al suo antico splendore. Inoltre, dopo l’estate, dovremmo aprire uno showroom a due piani: al primo saranno messi in mostra alcuni modelli d’auto, al secondo ci sarà un centro deposito».
Che cosa intende per centro deposito?
«È uno spazio dove le auto d’epoca saranno tenute in efficienza, perché necessitano di grande cura, a differenza di quanto accade per un modello moderno. Lo definirei una sorta di scrigno ove viene custodita la propria passione. Ogni tanto è necessario che la macchina venga accesa, spostata e costantemente controllata. Non tutti i possessori hanno tempo e modo di svolgere questo tipo di manutenzione e la nostra finalità è offrire loro tale servizio per mantenere l’auto in buono stato. Il cliente deposita il veicolo da noi e, quando lo vuole utilizzare, lo viene a prendere e glielo portiamo nel luogo desiderato. E lo trova perfetto».
Dove è la vostra sede?
«La nostra sede è a Carrara, ma il bacino dei nostri utenti è molto più ampio, perché, per un’attività come la nostra, la locazione non è un fattore così strategico: chi ha una passione come questa non è preoccupato della distanza; l’importante è ricevere un servizio che sia all’altezza».
La vostra attività è relativamente giovane. Come siete riusciti a farvi apprezzare in un ambito così di nicchia, esclusivo e popolato da appassionati di lunga data?
«Non è stato un compito facile conquistare la fiducia dei clienti, ma alla fine siamo riusciti a dimostrare nei fatti la nostra capacità. Abbiamo sempre lavorato bene e ciò è stato colto da coloro che si sono rivolti a noi, persone che sicuramente hanno gli strumenti per discernere chi millanta competenze e chi invece le possiede».
Chi sono i vostri clienti?
«Ce ne sono di diversi tipi: dall’appassionato al collezionista con 10-20 auto d’epoca, da chi possiede una Cinquecento al proprietario di una Ferrari. Ovviamente, la maggior parte è costituita da collezionisti puri che, nel tempo, hanno acquistato veicoli a loro graditi e hanno creato un vero e proprio parco macchine. Di recente è cresciuta la presenza degli investitori in un mondo, quello appunto dell’automobile, in cui i prezzi dei veicoli erano, sino a 10 anni fa, un decimo o anche un centesimo di quelli attuali; si sono visti nascere persino alcuni fondi d’investimento. La loro attenzione, ovviamente, è rivolta a modelli peculiari, con produzione limitata e una storia particolare, e che, magari, siano anche pezzi unici, diventati icone il cui valore si accresce con il passare del tempo. In merito ancora alla tipologia, direi che è una clientela prevalentemente maschile, ma è un mondo che non esclude nessuno. L’elemento curioso è che negli anni ’60 erano state create auto considerate, per il loro design, adatte a una clientela femminile, come la Ford Mustang o la Lancia Fulvia, ma che poi sono state amate e guidate particolarmente dagli uomini».
Qual è il piacere di guidare un’auto d’epoca?
«È un modo completamente diverso di guidare una macchina, molto più analogica, molto più pura e vera, anche se capisco che queste siano le sensazioni che appartengono al mondo dei più appassionati. A volte si tratta del piacere di guidare un determinato modello per la tipologia di prestazioni che offre. Ma, soprattutto, è il godimento del viaggio nella pienezza del termine, non più limitato all’idea di puro e semplice spostamento da un luogo all’altro».
È un’esperienza di lusso?
«Ritengo, dal mio punto di vista, che sia unica, così come dedicato è il servizio che noi offriamo a chi ha questa passione. Il gusto dell’auto d’epoca è avere un oggetto che trasmette sensazioni che le auto d’oggi non possono dare. Una macchina di 50 anni fa, costruita da un team di persone che ne ha realizzato a mano i pezzi, ne ha curato i minimi particolari in modo ragionato, non può essere paragonata a una che è il risultato di una catena di montaggio. È quasi un’opera d’arte e, in questo senso, penso che possa essere definita un’esperienza di lusso».
Quali altri servizi offrite?
«Diamo la possibilità ai nostri clienti di partecipare ai più begli eventi nell’ambito automotive grazie a una forte rete di contatti. È così che rendiamo possibile l’adesione alle Mille Miglia, alla Florio, alla Villa d’Este. Sono situazioni molto esclusive e uniche di un mondo che vive di conoscenze e passaparola. Torniamo, quindi, al tema dell’esperienza di lusso. Pensi solo che alle Mille Miglia provano a iscriversi diverse migliaia di persone, ma lo scorso anno i partecipanti sono stati solo 400. Facciamo del nostro meglio perché i nostri clienti facciano parte di questo ristretto gruppo di prescelti. Oppure, se qualcuno ha un’auto da corsa e il proprietario decide di guidarla lungo una pista, ci occupiamo di noleggiare non solo la struttura, ma di fare anche il trasporto del veicolo: il cliente deve solo preoccuparsi di essere presente per guidare il mezzo».
Ci sono diverse società con le vostre caratteristiche presenti sul mercato?
«Siamo in pochi in Italia, ma non so quanti siano strutturati come noi. È indubbio che chi ha un’auto d’epoca la deve usare e le dedica del tempo, per cui credo che la nostra idea del deposito si diffonderà a lungo andare».
Lei ha anche scritto un libro con Mauro Prampolini. Anche questo è il risultato della sua passione?
«Ho avuto la fortuna di aprire la mia prima officina esattamente a pochi metri da quella di Prampolini. Lui è una leggenda nel mondo delle auto. Entrato a 18 anni in Ferrari, ha fatto parte del team che ha realizzato il modello 250 Gto, probabilmente uno dei più famosi della Casa di Maranello. È stato un protagonista, ma, dietro le quinte, uno di quei personaggi che inventavano e costruivano le automobili. Dopo Ferrari, è stato in Bizzarrini, un capitolo breve, ma tra i più belli dell’automobilismo italiano. La storia di Mauro non è mai stata raccontata, così come quella di tanti altri che hanno contribuito a creare bellezza ed eccellenza in Italia. Ho realizzato questo libro affinché il suo ricordo non andasse perso: un tributo a un uomo di valore che per me è stato un maestro. In “L’arte della meccanica con Ferrari e Bizzarrini” raccontiamo le nostre vite, in parallelo: lui che narra delle auto che costruiva all’epoca e io del loro restauro. E poi ci sono degli spaccati sulle gare automobilistiche di quegli anni, sicuramente un mondo più eroico e spartano di quello odierno».
Tra i suoi clienti ci sono anche i giovani?
«L’auto d’epoca è più un oggetto per le persone senior: ai giovani interessano maggiormente i veicoli moderni, probabilmente perché non sanno che se oggi ci sono determinate macchine è grazie a quelle che esistevano in precedenza. È per questa ragione che ho realizzato una serie su youtube il cui obiettivo è avvicinare un pubblico giovane a questo mondo, anche attraverso la narrazione del momento storico e culturale in cui un determinato prodotto è arrivato sul mercato e dell’impatto ha avuto».
È una strategia di comunicazione che rivela però tanto amore per la materia…
«Non potrebbe essere altrimenti: è qualcosa che abbiamo dentro e vogliamo trasmettere. Ed è per tale ragione che cerchiamo di infondere questo amore anche attraverso ciò che offriamo, perché per l’appassionato di auto d’epoca la macchina è una cosa preziosa, che va curata, accudita e mantenuta nella sua bellezza originale. Estremizzando il concetto, smette di essere oggetto inanimato e prende corpo nella vita di ciascuno. Quindi, diventa fondamentale che i nostri servizi siano adeguati a questo modo di percepire, perché si possa creare un rapporto di fiducia».