Un sommelier a casa tua
«Da oggi non serve più andare in enoteca, in cantina o al ristorante per degustare un ottimo vino. È il vino che viene a casa tua, insieme a un professionista esperto, agli amici di sempre o a nuove conoscenze. Tutto è personalizzabile, flessibile e su misura, tranne una cosa: la qualità, un costante punto fisso. Solo bottiglie eccellenti, solo percorsi di degustazione stimolanti, solo esperienze memorabili».
Quanto descritto è l’offerta di Godivino, startup innovativa fondata da Mauro Doni, ceo dell’azienda, che ha raccontato a Be Private la sua iniziativa.
Chi è Mauro Doni?
«La mia passione è sempre stata la trasformazione digitale e la curiosità mi ha spinto a creare e sviluppare nuovi business, facendo diventare le idee realtà. Nella mia esperienza professionale ho trasfuso questa inclinazione elaborando strategie in ambito tecnologico, dall’intrattenimento all’elettronica di consumo e all’”Internet of things” (Iot). Ho ricoperto ruoli in aziende multinazionali come Microsoft, dove sono stato per circa 15 anni, sia in Italia, sia all’estero, e, più di recente, Fujifilm. Tra le due società citate, c’è stata anche un’esperienza lavorativa in una startup Iot israeliana che si occupava di dispositivi indossabili, quando il mercato degli smartwatch era proprio agli inizi. Posso asserire che il mio ruolo, nelle attività svolte, è sempre stato seguire le vendite, il marketing, la digitalizzazione dei processi su nuovi prodotti: non sono mai stato uno sviluppatore, bensì un uomo che porta innovazione là ove è possibile farlo. Da un paio d’anni sto invece lavorando alla mia startup: Godivino».
Come nasce l’idea di fondare Godivino?
«A essere sincero, nasce da un’esigenza scaturita da una battuta con un mio amico d’università, ora imprenditore nel settore dell’occhialeria in una zona di produzione di vini in Veneto molto nota. All’ennesimo invito a degustare un buon bicchiere dalle sue parti, non raggiungibili in un batter d’occhio per me che vivo a Varese, ricordo di avere risposto che avrebbe potuto spedirmi alcune buone bottiglie a casa, insieme a un sommelier. Quella che era stata una boutade è diventata poi lo stimolo per verificare se un simile servizio esistesse sul mercato. La scoperta che non vi fosse un’offerta analoga in digitale mi ha indotto, insieme ad Alessandro Daprà, un altro compagno di università, a sondare più nel dettaglio se quanto scoperto potesse diventare un’opportunità di business».
Quindi l’idea è stata di organizzare una degustazione di vini a domicilio?
«Sì, in un ambiente privato, magari scegliendo un mix di bottiglie di diversi produttori, il tutto realizzabile attraverso l’accesso a un’applicazione digitale. Ed è così che ho cominciato a discuterne con Alessandro, che poi è diventato mio socio, e insieme abbiano dato vita alla nostra startup. Godivino è così nata da una battuta e da un’esigenza personale».
Interessante la possibilità, attraverso un click, di avere un’esperienza personalizzata; ma avete sondato se sul mercato c’è una domanda sufficiente per questo tipo di servizio?
«Una volta che abbiamo identificato l’idea e come svilupparla, prima di iniziare la nostra avventura imprenditoriale sono state raccolte informazioni in modo molto strutturato. Abbiamo così lavorato a stretto gomito con Deloitte Officine e Innovazione, con cui si è iniziato a studiare il mercato dell’offerta enogastronomica, concentrandoci su quante aziende offrono un percorso per la selezione e la prenotazione di esperienze in cantina o in enoteca. Ne è emerso che nessuno, per il momento, propone un’offerta di questo tipo completamente digitalizzata, neppure in termini di pagamenti. In altre parole non esiste una piattaforma che invia a casa un sommelier professionista, i vini scelti e permette di trascorrere due o tre ore in compagnia di un esperto che racconta ciò che si sta bevendo. L’applicazione viene utilizzata dai clienti che scelgono quale percorso fare e paga direttamente online a Godivino i servizi richiesti, i vini spediti direttamente a casa e il sommelier. Rispetto ad altre piattaforme, la nostra non è un market place dove l’esperto di vini si mette a disposizione dell’utente che lo sceglie: è Godivino che si fa garante del servizio erogato, sia in termini di qualità dei prodotti, sia di sicurezza del servizio offerto».
Qual è stata sinora la reazione dei clienti?
«I clienti che hanno provato il nostro servizio, nel corso dei nostri test e attraverso l’acquisto delle esperienze, sono stati molto positivamente sorpresi da ciò che eroghiamo, dalla figura del sommelier alla qualità dei vini, ma, soprattutto, hanno apprezzato l’acquisto di un’esperienza “premium” a casa. È una coccola che le persone valutano molto, perché possono rilassarsi nel loro ambiente, circondati dagli amici, e interagire con un professionista di vini che è desideroso di trasferire loro la sua conoscenza in materia. Il tutto avviene nella convivialità domestica».
Recarsi in enoteca, però, offre la possibilità di avere una scelta più ampia di vini….
«Corretto, ma solitamente ci sono più persone, non necessariamente annoverabili tra il gruppo di amici, gli spazi sono limitati, così come le date disponibili per le degustazioni e i posti a disposizione. È sempre un’esperienza, ma con connotazioni diverse rispetto ad avere un servizio fatto su misura e nel proprio ambiente. Le nostre offerte partono da un minimo di due persone a un massimo di 10, in base al numero di bottiglie selezionate all’interno dell’applicazione che spaziano tra diverse tipologie di vini e cantine. C’è anche la possibilità di costruire esperienze verticali, come stiamo facendo ora con la cantina Tommasi, che ha iniziato a collaborare con noi, in cui si parla della produzione di una specifica casa. L’intenzione è offrire un numero sempre più ampio di produttori che parlino della loro attività».
Un’altra considerazione. Rispetto a una degustazione in cantina, non manca l’atmosfera di quest’ultima?
«Sono due esperienze completamente diverse. Andare in una cantina mostra la volontà di visitarla, vedere in quale contesto il vino viene prodotto, imbottigliato e conservato. È una vera e propria escursione, una gita fuori porta che prevede un trasferimento e un investimento di tempo perché si possa realizzare. Nell’esperienza che noi proponiamo, il vino e la storia della cantina sono sempre i protagonisti, ma la modalità di fruizione è più intima. A ciò aggiungiamo il lusso del sommelier, un servizio prestigioso erogato a casa propria».
Da chi sono scelti i vini e l’assortimento delle varie esperienze offerte?
«Sono scelti da noi. Abbiamo un gruppo di validi sommelier con cui lavoriamo a stretto contatto di gomito per selezionare bottiglie che sono sul mercato, ma più ricercate e meno note. Oltre a ciò, suggeriamo anche quali stuzzichini abbinare alla degustazione di un determinato vino. Infatti, l’esperienza non si limita al puro acquisto del prodotto da bere, compresi i bicchieri adatti perché la degustazione avvenga nelle migliori condizioni, ma suggeriamo in aggiunta quali sono gli snack migliori da abbinare al singolo vino».
Come scegliete i sommelier?
«I primi sono arrivati per passaparola, all’inizio della nostra avventura; poi abbiamo iniziato a reclutarli attraverso interviste fatte da personale competente. Devo dire che, quando abbiamo pubblicizzato il nostro interesse per queste figure professionali, siamo stati letteralmente sommersi da curriculum vitae, tanto da essere costretti a chiudere l’annuncio prima del tempo. Adesso, i sommelier che vogliono aderire all’iniziativa possono farlo sottoponendo la loro candidatura attraverso l’applicazione. Coloro che vengono scelti, oltre a essere coperti da un’assicurazione civile, sono retribuiti con un regolare contratto; in cambio mettono a disposizione la loro agenda in base alla disponibilità che decidono di offrire e l’area geografica di riferimento. In questo modo, il cliente sceglie la data preferita sapendo chi in quel momento può offrire il servizio e tutto avviene sempre attraverso l’applicazione. A loro chiediamo non solo conoscenza professionale, ma soprattutto la capacità di intrattenere un pubblico attraverso la narrazione, raccontando la storia di ciò che si sta assaporando. E quest’ultimo è un plus importante, il lusso del lusso: avere qualcuno che non solo sappia dipingere il contesto in cui il vino è stato prodotto, ma che ne narri la vita nel tempo e faccia partecipi gli spettatori anche degli aneddoti a esso legato. Per noi il vino è alchimia, poesia, persino mania, di conoscere appieno ogni sfumatura, fermento, sentore. Chi meglio di un sommelier può trasmettere queste conoscenze?»
Qual è la vostra presenza territoriale?
«A metà aprile sono circa 80 i sommelier che lavorano con noi nell’area di Milano, hinterland milanese, Varese, Como, Lecco, Torino e Novara. Sono già pronti i progetti per ulteriori espansioni. L’obiettivo è avere una copertura nazionale e il grande sogno è portare all’estero il nostro progetto, visto che pensiamo che non sia così complicato replicare il modello fuori dal Bel Paese».
Come state promuovendo la vostra attività?
«Attualmente ci siamo fatti conoscere attraverso il passaparola, perché l’applicazione è viva sul mercato negli store Apple e Google dagli inizi di novembre 2024. Abbiamo utilizzato gli ultimi due mesi circa per allineare i diversi processi e testarne il funzionamento. Da aprile abbiamo iniziato una campagna di social media per farci conoscere al grande pubblico. Anche in questo caso adottando la politica dei piccoli passi. Vorrei aggiungere che, oltre ai privati, offriamo servizi anche per aziende, dove manteniamo sempre il numero di sommelier presenti di uno ogni 10 persone al massimo».
Godivino offre un’esperienza unica che solo pochi possono concedersi?
«È sicuramente un lusso, ma che nella sua esclusività, per come è strutturato e per le esigenze che soddisfa, può essere facilmente accessibile a chi ama degustare del vino a casa propria, in un’atmosfera di convivialità, con un sommelier che è capace di farlo apprezzare».