Le parole chiave di Be Private

AA 1000 (Accountability 1000): standard che consente di migliorare la qualità dei processi di auditing, accounting e reporting etico e sociale attraverso il coinvolgimento degli stakeholder dell’impresa in relazioni stabili e durature.

Accountability: “rendere conto”, essere responsabili delle proprie decisioni e azioni: l’impresa risponde delle scelte e delle azioni intraprese, comunicandole in modo trasparente agli stakeholder.

Buone pratiche (best practices): esperienze, procedure o azioni che, per metodologia di riferimento, innovatività di approccio e/o risultati conseguiti, hanno permesso di conseguire risultati distintivi che vengono pertanto considerati come esperienza di riferimento.

Catena del valore (value chain): si riferisce all’intero ciclo di vita di un prodotto o di un servizio dell’impresa, inclusivo dell’approvvigionamento delle materie prime, produzione, distribuzione, consumo e processi di riciclo e riutilizzo del bene stesso.
Un approccio è tanto più sostenibile quanto più è diffuso e presente lungo tutta la catena del valore, perché consente di ottimizzare le scelte e fronteggiare con efficacia attività ambientali, sociali ed economiche associate all’attività d’impresa.

Carbon neutrality: bilanciamento tra le emissioni residuali e gli interventi di dismissione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera. L’obiettivo è “azzerare” e “neutralizzare” le emissioni di CO2 ottenendo un saldo di emissioni di CO2 minore o uguale a zero. Il termine “carbon neutral” significa infatti “zero emissioni” e il concetto di carbon neutrality viene esteso generalmente anche ad altri gas serra (GHG) misurati in termini di equivalenza di anidride carbonica.

CDP (già Carbon Disclosure Project): organizzazione non profit internazionale che fornisce a imprese, autorità locali, governi e investitori un sistema globale di misurazione e rendicontazione ambientale.
Il CDP offre un sistema per misurare, rilevare, gestire e condividere a livello globale informazioni riguardanti il cambiamento climatico.

Codice etico: definisce le linee di condotta dell’impresa nei confronti degli stakeholder ed esplicita i principi che animano le scelte aziendali, l’insieme dei diritti e doveri che l’impresa si impegna a rispettare.

Corporate Governance (governo societario): insieme di strumenti, regole, relazioni, processi e sistemi finalizzati ad una corretta ed efficiente gestione dell’impresa. Esprime le regole e i processi con cui si prendono le decisioni, le modalità con cui vengono decisi gli obiettivi e i mezzi per il raggiungimento e la misurazione dei risultati.

Dichiarazione non Finanziaria: rendiconta i temi ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva, che sono rilevanti tenuto conto delle attività e delle caratteristiche dell’impresa, descrivendo almeno:

  • i principali rischi, generati o subiti, connessi ai temi socio-ambientali e che derivano dalle attività di impresa o dai prodotti e servizi forniti dalla stessa;
  • il modello organizzativo e gestionale dell’impresa, compresi i modelli aziendali di prevenzione dei reati adottati ai sensi del d.lgs. 231/2001, che siano rilevanti nella gestione dei temi socio-ambientali indicati dal decreto;
  • le politiche praticate dall’impresa per la gestione degli impatti dell’attività imprenditoriale negli ambiti non finanziari richiamati e i risultati conseguiti dall’attuazione di tali politiche.

Disclosure: attività informativa che le imprese promuovono nei confronti del mercato, su base volontaria e/o legislativa, per aumentare trasparenza e legittimazione nei confronti degli stakeholder.

Gender gap: divario tra generi, con particolare riferimento alle differenze tra i sessi e alla sperequazione sociale e professionale esistente tra donne e uomini

Global Compact delle Nazioni Unite: iniziativa volontaria di adesione a un insieme di principi che promuovono i valori della sostenibilità nel lungo periodo attraverso azioni politiche, pratiche aziendali, comportamenti sociali e civili responsabili e che tengano conto anche delle future generazioni; rappresenta un impegno, siglato con le Nazioni Unite dai top manager delle aziende partecipanti, per contribuire a una nuova fase della globalizzazione caratterizzata da sostenibilità, cooperazione internazionale e partnership in una prospettiva multi-stakeholder.

Global Reporting Initiative Standards: rappresentano le migliori best practices a livello globale per il reporting di sostenibilità.
Il reporting sulla sostenibilità basato sugli Standards fornisce informazioni sul contributo positivo o negativo allo sviluppo sostenibile di un’organizzazione e permette di rendicontare gli impatti economici, ambientali e sociali.

Investimento Sostenibile e Responsabile: spesso abbreviato con l’acronimo SRI – dall’inglese Sustainable and Responsible Investment – mira a creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso attraverso una strategia di investimento orientata al medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo.

Impatto sociale (social impact): rendiconta i risultati sociali dell’impresa, il valore generato e gli effetti prodotti nel territorio in cui opera. Misurare gli impatti delle performance sociali è una necessità imprescindibile per una gestione responsabilmente e trasparente.

Lifelong learning (apprendimento permanente): è il processo individuale di acquisizione di competenze che permette di aggiornare ed adeguare la formazione rispetto a nuovi bisogni sociali, lavorativi, professionali e personali.

Matrice di materialità: strumento metodologico comunemente utilizzato nella best practice internazionale, con cui si dà rappresentazione grafica dei temi (topic) rilevanti per l’impresa e per gli stakeholder. In termini di rendicontazione di sostenibilità, sono considerati “materiali”, ovvero rilevanti, gli aspetti di natura economica, sociale e ambientale su cui un’impresa esercita un effetto significativo (positivo o negativo) e che potrebbero influenzare in modo sostanziale le valutazioni e le decisioni degli stakeholder.
Coerentemente, l’analisi di materialità tiene in considerazione sia il punto di vista dell’organizzazione che quello degli stakeholder.

Mission(e): indica la ragion d’essere dell’impresa e individua gli obiettivi di fondo, gli scopi preminenti che essa, attraverso la sua attività, persegue.

Modello organizzativo D.Lgs. 231/2001: il Decreto Legislativo 231/2001 ha introdotto nell’ordinamento italiano un regime di responsabilità amministrativa (sanzioni pecuniarie e interdittive) a carico degli Enti per alcuni tipi di reato commessi, nell’interesse o vantaggio degli stessi, da dipendenti o da persone fisiche che rivestono, anche di fatto, funzioni di rappresentanza, amministrazione e direzione. Nel caso di reato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’impresa, le sanzioni non puniscono più solo le persone che hanno commesso l’illecito, ma anche l’impresa per la quale lavorano.

 PRI (talvolta UN PRI): i “Principles for Responsible Investment” sono stati redatti e diffusi dalle Nazioni Unite per promuovere e sviluppare l’investimento sostenibile e responsabile tra gli investitori istituzionali.
L’adesione ai PRI implica il rispetto e l’applicazione di alcuni principi chiave, in primis incorporare i parametri ESG (ambientali, sociali e di governance) nell’analisi finanziaria e nei processi decisionali in fase di investimento. Sono altresì previsti obblighi di trasparenza e rendicontazione sull’uso di tali criteri.

Smart Working: modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, che consente al lavoratore di svolgere la prestazione lavorativa senza un preciso vincolo di orario e/o di luogo di lavoro, con vantaggi per entrambe le parti in termini di flessibilità ed efficienza organizzativa.

 Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 9 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

 Successo sostenibile: obiettivo che guida l’azione dell’organo di amministrazione dell’impresa e che si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società.

Stakeholder: portatori di interesse che più di altri sono legati alla vita dell’impresa. Il soddisfacimento duraturo delle attese e dei bisogni di tali interlocutori è una condizione necessaria per il successo e la creazione di valore nel lungo termine.

Stakeholder engagement: processo sistematico di dialogo e coinvolgimento dei principali interlocutori sociali dell’organizzazione nella formulazione delle politiche o strategie d’impresa.

Sviluppo Sostenibile: teoria che integra lo sviluppo economico con lo sviluppo sociale ed ambientale, il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

Valore aggiunto: rappresenta la ricchezza creata complessivamente dall’impresa e distribuita agli stakeholder o reinvestita all’interno.

Welfare aziendale: il complesso delle erogazioni e prestazioni che un’impresa riconosce ai propri dipendenti con lo scopo di migliorarne la vita privata e lavorativa.

Work-life Balance: conciliazione tra vita personale e professionale, in un rapporto di equilibrio tra tempo libero, famiglia, salute e attività lavorativa, ambizione, carriera.

Marzia Nobili

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Relazioni Istituzionali e Sostenibilità - Corporate Governance e Relazioni Esterne

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